9 luglio 2015 – da Città di Castello, uscita con joelette

Cosa può fare un semplice “aggeggio” monoruota che serve a chi non può, con le proprie gambe, andare per monti, fossi e campagne? Chi non conosce la joelette non può neanche immaginarlo, ma sono due piccole e grandi parole che ne spiegano l’essenza: RENDE LIBERI, anche solo di partecipare ad una gita scolastica in ambiente. E’ il caso di un ragazzo disabile di una scuola  media di Città di Castello che ha potuto unirsi ai suoi compagni in totale libertà grazie alla sensibilità degli insegnanti e all’opportunità di impiegare la joelette (ausilio monoruota che permette la frequentazione di ambienti montani a persone con disabilità motorie anche gravi), offerta dall’Ass.ne Stefano Zavka (Tr), dalla sezione CAI Terni, con la fattiva collaborazione in loco della sezione CAI Città di Castello. Il ragazzo trasportato ha così pienamente vissuto l’esperienza di condivisione dell’uscita didattica con i suoi compagni, che ne ha fatto il proprio tema d’esame.
Le sue parole sono chiare e portatrici di un messaggio forte, la speranza di aprire nuovi orizzonti, di abbattere quelle barriere spesso frutto di paura e non conoscenza, che precludono la possibilità di sentirsi liberi, condividendo emozioni. Le impressioni di questo giovane aggiungono forza e energia all’avventura joelette, sempre più visibile nella nostra regione, grazie al costante impegno di generosi volontari.

Pubblichiamo di seguito il tema:

3. PARLA DI UN’ATTIVITA’ SCOLASTICA CHE HAI RITENUTO INTERESSANTE E CHE NON SIA BASATA ESCLUSIVAMENTE SUI LIBRI. RACCONTA QUESTA ESPERIENZA.

Quest’anno è stata organizzata, nel mese di maggio, un’uscita didattica a piedi all’interno del progetto “I passi della memoria”, progetto che serviva per ricordare le vittime della seconda guerra mondiale, nelle zone vicino casa nostra.
Appena ho saputo la notizia, mentre i miei compagni erano felici e stavano festeggiando, io mi sono sentito subito triste e a disagio.
Ho cominciato subito a pensare tra me: “ Oddio! E io come faccio!?? Sicuramente non c’è la pedana sul pulmino! Dovrò stare a casa…”.
Inaspettatamente c’è stata una sorpresa. La mia prof. Raffaella mi ha detto che sarei andato alla gita pure io perché ci sarebbe stata una carrozzina speciale.
Io sono rimasto a bocca aperta dalla notizia: non pensavo che esistesse una carrozzina con la quale si potesse andare per i campi.
Quando sono tornato a casa la mia mamma mi ha fatto vedere questa carrozzina su un foglio.
All’inizio, la prima cosa che mi ha colpito è che ho visto che aveva solo una ruota e mi sono chiesto: “come fa a stare in piedi?”. Poi ho notato che c’era  un cavalletto che la sosteneva e davanti c’erano due manici che servivano per tirarla, allora mi sono detto che potevo anche provare.
La mattina della gita siamo partiti fino al bivio di Lugnano dove c’erano cinque persone venute apposta per me che mi aspettavano con la carrozzina di nome “Joelette”. Mi hanno aiutato a salire e, sotto lo stupore dei miei compagni, siamo partiti.
Per la prima volta in vita mia sono andato per i fossi e per i campi abbandonando la strada asfaltata. Ci siamo fermati a Pompanano dove un signore ci ha raccontato che in quei campi i Tedeschi avevano ucciso un’intera famiglia. Dopo la spiegazione siamo ripartiti e su una salita il prof. Girelli ha tirato fuori una corda dallo zaino e mi ha trascinato in cima alla salita e mi ha aiutato insieme ad altre due persone.
Siamo  arrivati poi a Canoscio dove ci siamo fermati per fare merenda.
Qui ci siamo riposati, abbiamo chiacchierato e le prof ci hanno scattato delle belle foto di gruppo.
Dopo la salita ci aspettava subito la discesa e con la carrozzina le cose si complicavano…
Siamo passati addirittura per una pista da motocross, cosa che non avevo mai fatto, da dove si poteva guardare un bellissimo panorama.
Alla fine della nostra lunga camminata siamo arrivati a San Secondo dove ci aspettava il signor Monaldi che ci ha fatto commemorare altre vittime e ci ha fatto riflettere che la guerra è brutta.
Siamo ritornati a scuola con il pulmino ma la mattinata era finita ed è stata una bellissima esperienza.
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